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3 giugno 2014 – Vincenzo Cabianca e il piano regolatore di Siracusa

Vincenzo Cabianca ha vinto nel 1952, insieme ai colleghi ingegneri A. Lacava e S, V. Roscioli, il concorso nazionale per il P.R.G. di Siracusa, tra i primi che hanno dato vita ai piani urbanistici basati sul primato dei beni culturali, sulla salvaguardia e valorizzazione dei centri storici, sulla “armatura culturale” del territorio. Oltre a quello di Siracusa, Cabianca ha anche vinto i concorsi nazionali urbanistici per Modica – Val di Noto e per le isole Eolie, tutti siti entrati a far parte del Patrimonio Unesco dei Beni straordinari, unici, intangibili dell’Umanità. Progettista di numerosi parchi archeologici, Cabianca è stato anche coordinatore del Piano generale del verde a Roma, della Carta dei Beni Archeologici del territorio romano con Lorenzo Quilici, della carta archeologica della Sicilia con Ignazia Pinzello.

Ha inoltre progettato i musei di Cyrene e Benghazi, Segesta, del museo vulcanologico di Lipari.
Il volume di Vincenzo Cabianca che il Circolo Fratelli Rosselli di Roma presenta oggi, per il ciclo “Il pensiero e l’azione”, Documenti su vent’anni di utopia urbanistica a Siracusa, tra neoilluminismo e neoromanticismo, raccoglie pazientemente l’ampia documentazione, anche inedita, di relazioni, delibere, articoli di stampa, che forniscono un ampio e completo quadro delle vicende che hanno accompagnato il piano regolatore di Siracusa nella sua pluriennale evoluzione e che ne costituiscono elemento fondamentale di comprensione.

La vicenda del PRG di Siracusa è esemplare per la storia urbanistica italiana, tanto da rappresentarne un campione didattico. Progettato nel 1952 le vicende del Piano hanno percorso più di mezzo secolo in una continua esigenza tra l’impegno per la realizzazione di un grande disegno sociale (il pensiero) e
l’esigenza di operare con immane fatica alla riparazione dei guasti che lo strapotere dell’economia immobiliare e l’abusivismo si opponevano al perseguimento di una logica razionalità insediativa (l’azione).
Una battaglia resa ancora più difficile dal trovarsi in un ambiente di grande valore archeologico, tra i più importanti del mondo, la cui conoscenza però, al momento del Piano, era largamente sottovalutata,
se non del tutto ignorata.
Valore che, spesso, erano addirittura considerato un impaccio allo sviluppo “moderno” della città.
E tuttavia il piano, e il continuo impegno culturale dei suoi autori (primo fra loro Cabianca), pur tra le tante sconfitte urbanistiche ha raggiunto un grande risultato: quello della acquisizione di una coscienza culturale cittadina (o per lo meno tra grandi strati di essa), che in molti modi si è contrapposta alla barbarie.

Hanno partecipato al dibattito:
Maurizio Carta, Vezio De Lucia, Umberto De Martino, Giuseppe Imbesi, Michele Liistro.

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