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“Messaggio per l’Europa” di Vittorio Macchitella

Per molti decenni, dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa, grazie ad una proficua cooperazione tra Stati all’interno del contesto internazionale determinato dagli accordi di Yalta ha assicurato ai propri cittadini pace e benessere. Questa cooperazione è stata, a lungo, universalmente considerata come esempio unico nella storia contemporanea ed oltre a garantire progresso nella democrazia al suo interno ha diffuso, al di fuori delle proprie frontiere, i valori e le regole della convivenza democratica.

Questo processo, espressione della volontà degli Stati membri, è stato accompagnato da una architettura istituzionale cresciuta in proporzione ai compiti ed alle funzioni che l’Unione si è data.

Ma a partire dall’ultimo decennio dello scorso secolo la storia del mondo ha subito profondi cambiamenti che hanno inciso sulla geopolitica, sui rapporti tra gli Stati e sull’economia mondiale. Alla nuova organizzazione internazionale, ad una ridotta capacità di intervento degli Stati nell’economia, ai nuovi modelli di rapporto tra cittadini e istituzioni (ai quali hanno contribuito in modo irreversibile le nuove tecnologie dell’informazione) si è aggiunta, in questi primi decenni del nuovo secolo, una crisi economica di dimensioni epocali.

Su tutte queste questioni, compreso l’enorme fenomeno dell’immigrazione, l’Europa si è mostrata impreparata, divisa, ed ha agito in ritardo cancellando agli occhi di quote crescenti di cittadini i benefici conseguiti in precedenza. Basti pensare alla libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi, alla politica di coesione volta a ridurre le distanze tra aree deboli ed aree forti, alla legislazione ambientale e di tutela della salute, ecc.

All’indebolimento del sentimento europeista nei cittadini e di un loro sostegno convinto allo sviluppo dell’Europa che sono conseguiti, le sue istituzioni non hanno saputo contrapporre, soprattutto, una capacità di comunicazione rivolta a fare percepire i risultati positivi delle azioni europee e ad indicare le sue scelte.

Anzi, alla crisi che ha determinato la riduzione dei posti di lavoro, l’impoverimento di larghi strati della popolazione e l’allargamento del divario tra ricchi e poveri l’Europa non ha saputo rispondere con la solidarietà, ma con il rigore. Ovvero i paesi più ricchi si sono rifiutati di mettere le proprie risorse eccedenti al servizio di obiettivi comuni di crescita e di sviluppo.

La disaffezione dei cittadini, le loro frustrazioni e le loro paure (ad esempio di fronte al fenomeno migratorio) hanno trovato risposte in tutti i paesi membri in movimenti politici che oggi chiamiamo “sovranisti”, ovvero che rivendicano la priorità degli interessi nazionali rispetto ad un più generale interesse comune continentale, meglio declinato e dimostrato, all’interno del quale solo potranno trovare risposte le esigenze degli stati membri.

E’ in questo contesto che si avvicina nella primavera del 2019 l’appuntamento con le elezioni per il Parlamento Europeo, l’unica istituzione dell’Unione eletta democraticamente.

Il Circolo Rosselli di Roma, consapevole del contributo che i Rosselli hanno dato allo sviluppo dell’idea federalista della costruzione europea, (vista dai Rosselli all’interno di una visione di cooperazione di pace tra i paesi del mondo), si sente impegnato a mantenere e innovare l’idea di Europa, grazie soprattutto all’esercizio da parte dei cittadini, soprattutto dei giovani, di una cittadinanza attiva europea che non può prescindere da una conoscenza di cosa, di cosa fa, di cosa può fare e di cosa deve fare l’Europa.

Il 25 Marzo 2017, a Roma in occasione del Sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell’UE hanno firmato i il Documento di Roma: «Unione una e indivisibile»

Il documento impegna i firmatari ad adoperarsi per realizzare:

  1. Un’Europa sicura: un’Unione in cui tutti i cittadini si sentano sicuri e possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali; un’Europa determinata a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata.
  2. Un’Europa prospera e sostenibile: un’Unione che generi crescita e occupazione; un’Unione in cui un mercato unico forte, connesso e in espansione, che faccia proprie le evoluzioni tecnologiche, e una moneta unica stabile e ancora più forte creino opportunità di crescita, coesione, competitività, innovazione e scambio, in particolare per le piccole e medie imprese; un’Unione che promuova una crescita sostenuta e sostenibile attraverso gli investimenti e le riforme strutturali e che si adoperi per il completamento dell’Unione economica e monetaria; un’Unione in cui le economie convergano; un’Unione in cui l’energia sia sicura e conveniente e l’ambiente pulito e protetto.
  3. Un’Europa sociale: un’Unione che, sulla base di una crescita sostenibile, favorisca il progresso economico e sociale, nonché la coesione e la convergenza, difendendo nel contempo l’integrità del mercato interno; un’Unione che tenga conto della diversità dei sistemi nazionali e del ruolo fondamentale delle parti sociali; un’Unione che promuova la parità tra donne e uomini e diritti e pari opportunità per tutti; un’Unione che lotti contro la disoccupazione, la discriminazione, l’esclusione sociale e la povertà; un’Unione in cui i giovani ricevano l’istruzione e la formazione migliori e possano studiare e trovare un lavoro in tutto il continente; un’Unione che preservi il nostro patrimonio culturale e promuova la diversità culturale.”

Se vogliamo che questi impegni non restino negli annali come parole vuote è necessaria, in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo, una mobilitazione dei Circoli di Cultura politica, con diverse iniziative, che dia forza e sostegno a quelle forze politiche che possono contribuire a frenare la pericolosa deriva sovranista.

Il Circolo Rosselli di Roma
Roma Novembre 2018

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